La morte di una bambina di 18 mesi è uno strazio, un’ingiustizia senza fine. Gridare a pene più severe per la responsabile serve a poco, parliamo di una vicenda dove la punizione più grave non ha senso. Serve a poco puntare il dito su una madre incapace. Bisogna ricordare che è stata cresciuta da genitori a loro volta incapaci, ha frequentato amicizie sbagliate, studiato (o non studiato) in scuole inadeguate, ricevuto cure mediche insufficienti, vissuta accanto a vicini di casa che non hanno fatto niente fino a quando non hanno gridato al linciaggio. Una donna simile forse avrebbe potuto allontanarsi da influenze così negative, magari sforzarsi di cambiare. Ma succede raramente, il più delle volte queste vite iniziano a piombare in un perenne peggioramento, più si cresce, più è difficile bloccarlo. Questo non è solamente il fallimento di una madre, di una donna, è il fallimento di un’intera comunità, che ha avuto 37 anni a disposizione per offrire a una persona l’opportunità di un miglioramento, che magari lei non sarebbe stata in grado di cogliere e che non è riuscita neanche quando questa donna, chiaramente una madre a rischio, ha messo al mondo una bambina. Non serve puntare il dito sulla responsabile di questo omicidio, bisogna imparare che a volte si possono evitare simili drammi.
Giustizia (?)
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