Il recente film “La persona peggiore del mondo” – film frivolo quanto può essere una coproduzione che unisce la cupezza scandinava al virtuosismo intellettuale francese – ci presenta un bouquet psicopatologico, specie all’interno di una coppia che è l’incastro disfunzionale di due persone con tratti da Disturbo psicologico Da una parte Julie, la quale rientra in una personalità borderline, donna perennemente confusa sul posto che dovrebbe avere nel mondo, impulsiva, funestata da una profonda labilità affettiva, una donna che si impegna in campi estremamente diversi fra loro quali lo studio a Medicina, poi Psicologia, poi Fotografia, poi Scrittura, tutti svolti con otima performance ma poi abbandonati perché perennemente insoddisfatta. Qualcuno potrebbe diagnosticarla come Bipolare, ma un Disturbo Simile, per quanto caratterizzato dallo stesso disordine in termini di progetto esistenziale dovrebbe essere caratterizzato da significativi alti e bassi che seguono un’oscillazione distorta ed esagerata dell’umore, cosa qui assente, in quanto Julie è sempre potenzialmente eccellente in tutto ciò che fa quanto confusa. Dall’altro lato c’è Aksel, dove ipotizziamo dei tratti di Narcisismo, autocentrato, poliedrico perché ambizioso, inizialmente respingente nei confronti del turbinio emotivo di Julie, ma che poi cede, un po’ perché autenticamente innamorato, forse otivato dal senso di sfida nello stare con una persona così disfunzionale. Il loro incastro sarà drammatico, Da una parte lei si pone con lui nella maniera perennemente caotica che caratterizza il suo mondo interiore, dove si muove fra l’interese di migliorare il mondo e il suo goffo e disfunzionale modo di essere che la fa sentire perennemente inadeguata e priva di senso di progettualità su cosa vuole fare nella vita, se avere o no una famiglia, se l’essere o no una buona compagna, sembra egoista, ma in realtà non lo è, fa immani danni al mondo e agli altri, ma dopo si sente in colpa; Aksel tenta di arginare una compagna simile, a volte cerca di indirizzarla verso una vita più lineare, ma fallisce, i suoi tentativi di razionalizzare i problemi di lei e i timidi tentativi di sottolineare quanto è dannoso il lapporto di lei col padre vengono visti da quest’ultima come invalidanti, prepotenti, privi di empatia. Non si può cercare di razionalizzare di fronte a lei, non serve avere qualche nozione di Psicologia (e ovviamente il fidanzato non può per ovvie ragioni deontologiche e di metodo!). Possiamo dire che entrambi rischiano di essere visti dagli altri e fra di loro come ciò che non sono in realtà. Sembrano entrambi degli immani egoisti, in realtà sono persone caratterizzate da un’immane sofferenza interiore, il cui incastro non fa altro che aggravarla.